Il restauro di dipinti è un’arte complessa che richiede una profonda conoscenza dei materiali, delle tecniche pittoriche e della storia dell’arte. Un bravo restauratore di dipinti non è solo un abile artigiano, ma un vero e proprio custode del patrimonio culturale, capace di preservare opere d’arte preziose per le generazioni future. Le tecniche impiegate nel restauro dipinti variano a seconda dei materiali che caratterizzano l’opera, dello stato di conservazione e dell’obiettivo finale del restauro conservativo. Questo articolo esplora le principali metodologie impiegate per restaurare dipinti, offrendo una panoramica completa del mondo del restauro quadri.

Il ruolo cruciale del restauratore di dipinti nel restauro conservativo

Il restauro conservativo rappresenta l’approccio fondamentale nel restauro di dipinti. L’obiettivo principale è quello di stabilizzare l’opera, rallentandone il degrado e preservandone l’integrità fisica e i contenuti storici, espressivi ed estetici. Il restauratore dei dipinti, in questo contesto, agisce nel rispetto dei principi di reversibilità, riconoscibilità e compatibilità dei materiali.

Le principali fasi del restauro conservativo includono:

  • Esame preliminare: Un’analisi approfondita dell’opera per individuare i materiali costitutivi originari, gli eventuali interventi precedenti e le cause del degrado responsabili dello stato di conservazione. L’analisi si estende dalla semplice osservazione in luce visibile diffusa e radente, al microscopio ottico, passando attraverso indagini multispettrali non invasive (fluorescenza UV, riflettografia IR b/n e in falso colore) fino a più complesse indagini diagnostiche (raggi X, spettrofotometria XRF, ecc.) che possono prevedere anche il prelievo di campioni stratigrafici da esaminare in sezione sottile al microscopio ottico o al SEM.
  • Consolidamento: Intervento volto sia al rinforzo strutturale del supporto (tavola, tela, carta, ecc.), che può presentare fratture, lacerazioni e indebolimento del materiale costituente, sia alla stabilizzazione degli strati preparatori e pittorici, prevenendo distacchi e cadute.  A seconda della tipologia di supporto e di tecnica pittorica, cambiano i materiali e le tecniche applicative, mirate al ristabilimento della coesione e dell’adesione.
  • Pulitura: Intervento che prevede la rimozione dello sporco aggregato alla superficie, la rimozione di materiali posticci e incongruenti, l’assottigliamento parziale o la rimozione di vernici alterate che alterano la leggibilità dell’opera. La pulitura è una fase delicata che richiede grande conoscenza dei materiali e della loro potenziale interazione; si tratta di un’operazione non reversibile e selettiva, che presuppone grande attenzione e gradualità operativa.
  • Stuccatura: Riempimento delle lacune presenti nella stratificazione pittorica con stucco utile al ricollegamento strutturale della superficie. Dopo la fase applicativa viene effettuata una rasatura a livello con bisturi e rasoi e successivamente una imitazione della caratterizzazione superficiale, in modo da evitare effetti di discontinuità; costituisce la base per l’integrazione pittorica.
  • Integrazione pittorica:  E’ l’intervento mirato a ricreare un collegamento cromatico e formale laddove sono presenti lacune o abrasioni della pellicola pittorica. Nel rispetto di uno dei postulati fondamentali del restauro, viene eseguito in modo da garantire la reversibilità dell’operazione e possibilmente la riconoscibilità, attraverso metodi a tratteggio o altra forma di differenziazione.
  • Verniciatura: Applicazione di uno strato protettivo di vernice per proteggere la pellicola pittorica e migliorare otticamente la resa cromatica della policromia.

Tecniche avanzate per restaurare dipinti danneggiati

Nell’ambito del restauro conservativo, esistono anche altre tecniche più complesse utilizzate per recuperare dipinti gravemente danneggiati, che richiedono competenze specialistiche e l’utilizzo di attrezzature all’avanguardia. Alcuni esempi includono:

  • Rintelatura: Consiste nel trasferire la tela originale su un nuovo supporto, quando è troppo fragile, deteriorata o fortemente lacerata da non essere più in grado di sostenere adeguatamente la stratificazione pittorica. Questa fase operativa può essere fronteggiata con varie tecniche e tipologie di adesivi, che presuppongono l’impiego di attrezzature specifiche come la tavola calda a bassa pressione, sistemi per il vuoto e che possono essere molto impegnativi in relazione alle dimensioni dell’opera.
  • Risanamento del supporto ligneo: Gli interventi più frequenti consistono nella ricollegamento di fessurazioni e sconnessioni delle tavole e nella revisione della funzionalità del sistema di traversatura. Il primo consiste nell’apertura di tracce a V che seguono l’andamento della fessurazione e nell’incollaggio di cunei della stessa specie lignea e orientamento della fibratura. La funzionalità della traversatura, specialmente quando sono già state operate delle sostituzioni con sistemi poco efficaci che irrigidiscono l’assemblaggio, può prevedere l’impiego di sistemi di controllo elastici a molle.

L’importanza di affidarsi a un restauratore qualificato

Il restauro di dipinti è un intervento delicato e complesso che richiede competenze specialistiche e una profonda conoscenza dei materiali e delle tecniche pittoriche. Affidarsi a un restauratore quadri qualificato è fondamentale per garantire la corretta conservazione dell’opera e per evitare danni irreparabili. Un restauratore dipinti esperto, come Cesare Pagliero a Savigliano, saprà valutare lo stato di conservazione dell’opera, individuare le cause del degrado e proporre il trattamento più appropriato per preservarne la bellezza e il valore nel tempo.

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